Gay & Bisex
Un mese di baldorie 7
di FRANK_1987
12.07.2020 |
3.200 |
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"In mezzo alla boscaglia, ho lo sfintere occupato da un ragazzo appena rimorchiato in un locale gay..."
La serata continuaEccomi con dei nuovi capitoli. Spero che anche questi vi piacciano. Sono da collocare dopo l’ultimo capitolo della saga “VITA DI COPPIA”. Alcuni di voi mi stavano aspettando, altri non sentivano il bisogno di leggere ulteriori miei racconti ma non mi interessa quindi buona lettura
CAPITOLO 7
Sono nella macchina di Alonso che e’ intento a succhiarmi il cazzo. Prima era sporco perché avevo già sborrato per la scopata che mi sono fatto con Ricardo ma adesso il ragazzo non ci fa più caso perché lo sta sporcando maggiormente con la sua bocca che emana un eccessivo quantativo di saliva che cola lungo la mia asta depositandosi sul mio boxer spostato verso destra in modo tale che il mio pene possa uscire fuori. Con la bocca grondante, Alonso mi bacia per poi uscire dalla macchina. In piedi vicino allo sportello, mi guarda come se non avesse visto nient’altro in vita sua e voglio giocare su questo. Cammino con fare seducente, ma non eccessivamente femmineo, verso di lui e mi fermo davanti al cofano anteriore della sua Jeep. Anche lui mi si avvicina senza staccarmi gli occhi di dosso, come se io fossi una calamita per lui. Iniziamo a limonare mentre lo afferro per il collo e lui mi cinge la vita inserendo le mani dentro la mia maglietta, una davanti e una dietro. Staccandosi da me, si abbassa difronte al mio cazzo precedentemente tirato fuori e ritornato alla sua completa erezione dopo che si era un po’ ammosciato per colpa del pompino interrotto. Mi poggio sulla macchina ed Alonso afferra il mio bastone e se lo porta di nuovo nella sua bocca da pompinaro mentre me lo masturba ed io gli metto una mano sulla nuca per conficcarglielo tutto dentro. Sa davvero come far impazzire il suo uomo, e’ un bocchinaro professionista, sicuramente, perché non avevo mai incontrato qualcuno così bravo a succhiare un cazzo. Se lo tira fuori di bocca, sempre tenendolo in mano, e con l’altra mi solleva le palle leccandomele o mettendosele a turno in bocca per poi poggiare il mio pene contro la mia maglietta e passare la lingua su ogni centimetro del mio apparato riproduttivo. Ne approfitto per riappropiarmi del mio attrezzo per sbatterglielo in faccia sporcandogliela di ogni secrezione uscita dalla sua bocca ma anche dalla mia uretra mentre Alonso stimola il suo pene attraverso il pantalone. Prendendo nuovamente in mano le redini del pompino, si solleva leggermente mettendosi a pecorina e abbassandosi lo jeans, rigorosamente senza cinta, fin sotto le natiche mostrandomi anche il suo pene in erezione che raggiunge i 20cm. Poggiandosi al paraurti con le mani, io allungo un mio arto raggiungendo il suo culetto rotondo schiaffeggiandoglielo per poi stimolargli il buchetto con un dito. La presa salda della mia falange dentro l’inizio del suo intestino retto fa si che io riesca a spingerlo contro il mio cazzo che sparisce completamente nella bocca di Alonso così che io possa scopargliela afferrandolo ancora una volta per la nuca sentendo il ragazzo mugolare di piacere. Quando lo lascio andare, il mio pene viene espulso dalle sue fauci e un considerevole rivolo di saliva, che in prossimità della mia cappella ha formato delle bollicine, pende raggiungendo il mio ginocchio piegato in avanti. Lo faccio alzare e ricominciamo a limonare mettendogli in bocca il dito che ho usato per stimolargli l’ano facendogli gustare l’aroma del suo culo.
“Sei una puttana lo sai?”, gli dico facendogli prendere coscienza del suo status
“Me lo dicono tutti”, mi risponde
“Immagino. Chissà quanti uomini hanno goduto con i tuoi buchi”, constato “ma adesso voglio farti vedere quanto puttana lo sia anch’io”, continuo afferrandolo per le braccia e facendogli prendere il mio posto
Alonso si toglie la maglietta a giromaniche e la getta all’indietro facendola atterrare fin sopra la cappotta della sua macchina. Sollevando le braccia, nell’atto di spogliarsi, posso notare che ha due tatuaggi, uno sul fianco sinistro scritto in una lingua che non riesco a decifrare e un altro all’interno del bicipite sinistro, scritto in arabo. Si abbassa anche i pantaloni portandoli all’altezza delle caviglie e poi si siede sul cofano. Io lo bacio in bocca e poi proseguo con il medesimo trattamento lungo il suo corpo tonico finendo per inglobare il suo pene nel mio cavo orale. Cerco di dimostrarmi alla sua altezza, di essere lo stesso bocchinaro che si e’ dimostrato lui, ma non so se riesco a reggere il confronto. Prima di adesso, nessuno si era mai lamentato delle mie prestazioni con la bocca, al contrario, tutti si era dimostrati soddisfatti, ma l’avere incontrato Alonso che solo con le sue labbra riesce quasi a farti venire, mi fa sentire un inesperto. Mi metto un po’ di lato lasciando che sia lui a controllare il bocchino mentre io mi masturbo. Anche lui me lo sbatte in faccia e alcune goccioline di saliva schizzano fino sopra la mia fronte come se avesse avuto un orgasmo e avesse imbrattato già tutto il mio viso. Tocco le gambe leggermente pelose del ragazzo arrivando a scontrarmi con il suo pantalone che mi vieta di accarezzargli le caviglie e che gli impedirà i movimenti futuri della nostra imminente chiavata.
“Questi li togliamo”, gli dico afferrando una gamba del pantalone e tirandogliela via senza sfilargli, però, le scarpe “sono ingombranti”, faccio levandogli completamente i calzoni
“Mi tolgo anche le scarpe”? mi domanda
“No, quelle no. Tienile”, gli rispondo sia per evitargli di farsi male ai piedi e anche perché le scarpe, indossate da un corpo nudo, mi fanno sempre impennare il cazzo
Aiuto Alonso a scendere dalla sua Jeep e lo bacio per qualche secondo ma poi lo giro con prepotenza e lo abbasso un'altra volta sul cofano. Mi inginocchio davanti al suo culo e, massaggiandolo, glielo apro mostrandomi da solo il suo buchetto che prendo a stimolare con le dita. Per agevolare questa mia azione, il ragazzo poggia un piede sul paraurti. Avevo ragione a togliergli i pantaloni perché se adesso li avessi tenuti, non avrebbe potuto muovere i piedi evitando di farmi leccare il suo ano, cosa che io inizio prontamente a fare. Se lui e’ bravo a succhiare i cazzi, io sono bravo a leccare i buchi dei finocchietti che mi scopo e anche Alonso cade nella mia trappola del piacere perché vedo la sua rosellina pulsare mentre lui si sega il cazzo e poggia la testa, con disperata passione, sul suo braccio destro piegato in avanti. Mi alzo davanti a lui, a torso nudo e con il cazzo che mi esce dai pantaloni ancora a loro posto. Frugo in tasca alla ricerca spasmodica di un profilattico. La stoffa al loro interno, un po’ stropicciata, mi va venire un tuffo al cuore ma, dopo aver creduto di non avere più condom perdendomi la possibilità di scoparmi questo meraviglioso culetto che ho davanti, finalmente mi rallegro quando le dita toccano i lembi della busta. Dopo averlo srotolato lungo la mia carne e lubrificato a dovere con la saliva, lo spingo delicatamente oltre il pertugio di Alonso che inizia ad accoglierlo.
“Fai piano, stronzo”, mi grida contro
“Tranquillo, so come fare”, lo consolo
“Ma e’ più grosso del mio”, fa il ragazzo
“Dai, chissà quanti ne hai presi”, dico avvicinandomi al suo orecchio “vuoi farmi credere che questo meraviglioso buchetto ne ha visti pochi?", proseguo ficcandogli più della metà dei miei 19cm nel suo orifizio anale facendolo gridare
Le urla di dolore di Alonso si propagano per tutto il bosco formando un’eco. Sembra che ci siano altri Giulio che si stiano scopando altri Alonso nascosti dietro gli alberi come siamo noi adesso. Cominicio a scoparlo moderatamente afferrandolo per il fianco sinistro con la mia mano destra mentre l’altra e’ perpendicolare al mio corpo trasformandosi nel batacchio di un orologio a pendolo.
“Più forte, più forte”, fa Alonso
“Hai cambiato idea?”
“Si, e’ stupendo. Lo voglio tutto dentro”, mi fa
“Così?”, gli chiedo per poi spingergli il mio cazzo nel suo culo facendogli aprire la bocca ma senza fargli emettere nessun grido
Scopare il buchetto di Alonso in mezzo alla natura mi fa sentire selvaggio. D’altronde, tutti noi lo siamo perché discendiamo da chi, prima di noi, praticava il sesso libero, senza pensieri e senza tabù, un po’ come stiamo facendo noi adesso. Infilo il braccio destro sotto il ginocchio del ragazzo facendogli sollevare la gamba corrispondente. Lo tiro un po’ all’indietro facendogli fare dei piccoli saltelli con l’unico piede che ha poggiato a terra e proseguo nell’inserire il mio bastone nel suo deretano allargato. Alonso ora si aggrappa alla sua macchina solamente con la mano e non con il resto del corpo come faceva prima. In questo modo, tutto il suo peso viene scaricato su di me ma riesco a sostenerlo, complice anche le dure sessioni di palestra alle quali mi sottopongo da anni. Alonso mi guarda mentre gode a bocca aperta. Le sue labbra sembrano ingrossarsi come quelle delle soubrette televisive piene di silicone o come sono adesso quelle dello zio ed e’ per questo motivo che gliele bacio, come se stessi baciando quelle di Mariano. Esco dal suo culo e lo faccio girare. Lo spingo sulla sua macchina, ma senza farlo sdraiare, giusto un po’ quanto lui possa sollevare il culo ed accogliere ancora il membro mentre le sue gambe me le posiziono sulle spalle e lo tengo stretto dal bacino per evitare di cadere a terra ed anche per questo devo rallentare la scopata, ma non eccessivamente.
“Oh merda”, esclama lui
“Che c’e’?”, domando io preoccupato che possa riferirsi a qualche suo bisogno corporeo impellente
“Mi stai facendo impazzire”, mi risponde tranquillizzandomi
“Te gusta?”, gli chiedo in spagnolo mentre prima ci esprimevamo in inglese
“Follame el culo, cabron” (fottimi il culo, bastardo), replica
Riuscendo a sopportare il peso delle sue gambe sulle mie spalle, decido di aumentare l’intensità delle mie spinte contro il suo culo tant’e’ che la gamba destra scivola dalla mia scapola. Alonso mi guarda con la sua solita espressione di goduria ed io inizo a leccargli la scarpa, ma solo dalla parte superiore, per salire con la lingua lungo i suoi lacci finendo fino al fantasmino che fuoriesce timidamente dalla sua calzatura. Con il mio organo gustativo lambisco anche qualche peletto della caviglia prendendola a morsi, dei leggeri morsi che mi trasformano quasi in un vampiro. Mi chino su Alonso baciandolo in bocca e chiudendogliela, visto che la sta tenendo aperta per tutto il tempo della scopata. I lembi del pantalone, ancora ben saldo ai miei fianchi, urtano contro le sue chiappette. Avete presente quando dovete andare in bagno e per il troppo caldo non riuscite a sollevarvi l’intimo perché si avvolge per tutta la coscia? E’ così che il mio calzone si sta comportando mentre il mio cazzone sta lavorando il culetto di Alonso. Porto le sue gambe all’altezza del mio bacino così che lui possa stringere ancora di più il suo budello contro il mio obelisco ormai ben piantato e, poggiato con le mani contro la macchina, lo chiavo senza pietà facendogli riaprire la bocca che viene usata come tiro al bersaglio dai miei sputi successivamente ingoiati dal ragazzo.
“Scopami”, dico ad Alonso
“Che cosa?”, mi fa lui esterrefatto
“Mi stavi facendo sborrare con la bocca, vediamo quanto sei bravo a scopare un culo. Oppure non l’hai mai fatto?”, cerco di stuzzicarlo
“L’ho fatto e ti farò vedere quanto ho imparato”, mi dice
Alonso mi da una spinta facendogli uscire dal suo culo. Levato il condom, vedo sparire il ragazzo. Le luci del cruscotto lo mostrano armeggiare al suo interno e poi mi raggiunge con il suo cazzo foderato e grondante di lubrificante. Mi avvicino ad Alonso, che si poggia con il culo contro lo sportello, e mi giro. Mi abbassa insieme pantaloni e boxer ed io mi lubrifico il buco con una copiosa sputata. Non c’e’ bisogno, per me, di prepararlo per bene perché mi si umetta da solo quasi come se fosse una vagina, quindi lui poggia la sua cappella ed entra dentro afferrandomi per i fianchi mentre io mi masturbo. Con i pantaloni calati fino alle ginocchia, mi e’ un po’ difficile aprirmi ad Alonso, quindi tolgo una gamba del pantalone per poter ospitare altri centimetri della nerchia che mi sta inculando in questo momento. Il ragazzo mi accarezza i fianchi oppure allunga le mani fino a raggiungere il mio pube per risalire lungo il torace. Anche con il cazzo ci sa fare e dire che io l’avevo inquadrato solamente come uno che gli piaceva essere scopato e non il contrario. Credevo che una chiavata da passivo con Ricardo e una da attivo con Alonso potevano concludere degnatamente una serata di caccia maschile ma prenderlo e darlo contemporaneamente ad un ragazzo e’ più che soddisfacente. E’ passato davvero molto tempo da quando ho ricoperto entrambi i ruoli, dalla mia separazione da Mario, e devo dire che la cosa non mi dispiace affatto. Abbraccio Alonso per il collo limonandolo mentre lui continua a spingere il suo bacino contro il mio culo, felice di ricevere la maggior parte dei suoi 20cm. A volte mi piego in avanti e sono io a spingermi indietro con il culo facilitando l’entrata della sua appendice sessuale. Ma quando mi posiziona a 90°, e’ in quel momento che mi fa sentire tutta la sua foga da maschio inculatore riversata nella parte centrale del suo corpo.
“Si, scopami, continua, ancora”, lo incito
“Certo che ti scopo, ti apro come una pesca”, mi minaccia
“Dai apri le mie pesche, usa il tuo coltello”, gli parlo metaforicamente mentre mi sego e lui si arpiona con le mani alle mie spalle
“Così? Così?”, mi chiede dando dei colpi forti e singoli contro le mie natiche
Alonso decelera nella scopata trasformandola in una punizione per poi arrestarsi del tutto rimanendo comunque dentro di me. In mezzo alla boscaglia, ho lo sfintere occupato da un ragazzo appena rimorchiato in un locale gay. Mi sculaccia le chiappe provocandomi dei leggeri brividi nonostante il caldo insopportabile per via della temperatura esterna elevata ma anche per colpa della scopata che ha alzato la mia temperatura, ma questa volta quella corporea. Alonso esce dal mio culo e si leva il preservativo, allora io mi inginocchio davanti a lui dal lato sinistro del suo corpo e spalanco la bocca dinanzi al suo maestoso cazzo che viene segato per portare lo sperma fino in superficie. Lo poggia sulla mia lingua che viene bagnata dai suoi primi due schizzi mentre l’altro si appiccica al mio labbro inferiore e il quarto sul mento. Chiudo la bocca a cuoricino così che lui possa strofinarci sopra il suo randello e poi me lo ficco in bocca ciucciandolo e, per lasciare spazio alla sua carne, ingoio la sua essenza. Quando Alonso prende il mio posto, io mi alzo e inizio a masturbarmi ma sono già venuto una volta questa sera e ci metto un po’ prima di inzozzare di bianco la sua faccia angelica. Con la mia sborra ancora in bocca, si alza e ci baciamo. Il liquido seminale di entrambi si mescola sulle rispettive facce ma poi Alonso mi prende per il collo, recrina la mia testa e inizia a leccare ogni residuo suo e mio amalgamandoli e poi ingoiandoli. Le luci di una macchina venuta sicuramente a fare quello che abbiamo appena finito di fare noi, ci fanno smettere di limonare costringendoci a vestirci ed andare via. Anche da lui, come con Ricardo, decido di farmi lasciare ancora davanti al locale. Non perché io abbia ancora voglia di trombare ma solo per distrarmi un po’, sebbene sarebbe meglio trovare un uomo che sia solo attivo perché il mio cazzo non reggerebbe un’altra sborrata.
“Ci vediamo domani?”, mi chiede Alonso
“Dove?”
“Qui. Al locale”
“Non lo so”, gli rispondo “dipende dagli impegni che ho”, continuo facendogli credere che io abiti e lavori in città
“Ti do il mio numero”, fa lui prendendo carta e penna lasciandomi il suo recapito “se ti va, fammi uno squillo così possiamo metterci d’accordo”
“Ok”, gli dico scendendo dalla macchina
Anche se la serata con Alonso mi e’ piaciuta, non mi va di rivederlo per non creare un qualche legame tra noi visto che la mia vacanza sta quasi terminando. E’ tardi ma ancora il locale continua a ricevere i suoi avventori. Io non ho nessuna intenzione di tornarmene a casa perché sono in vacanza e voglio fare le ore piccole. Mi poggio ad un lampione mentre schiere di ragazzi gay e ragazze lesbiche fanno la fila per entrare. Alcuni vivono a Rio de Janeiro, altri si vede benissimo che vengono da fuori e si possono riconoscere dalla loro carnagione più chiara e dai loro differenti idiomi. Poco più lontano dalla porta di ingresso, si ferma una macchina. E’ una decappottabile guidata da un ragazzo con le braccia completamente tatuate. Dall’auto scende una donna vestita con un completino striminzito leopardato. Ha le cosce al vento così come quasi il seno che tra un po’ straborda. Saluta il suo cliente tatuato con un tono di voce che ormai per me e’ inequivocabile. La donna non e’ nata tale ma lo e’ diventata grazie alle sapienti mani di un chirurgo. Si avvicina al locale, e di conseguenza anche a me, abbassando la gonna del suo completino mentre i suoi capelli rossi si muovono a destra e a sinistra. Non appena raggiunge l’entrata mi nota e mi si avvicina. Non era mia intenzione venire in Brasile ed andare a letto con una transessuale, nonostante la maggior parte di chi viaggia in questo splendido Paese lo fa per questo. Io voglio fare incetta di cazzi e non mi importa che siano colorati o chiari ma, dopo aver fatto sesso con mia zia Cecilia anni fa, ho sviluppato una certa attrazione per quelle come lei. Ricambio il saluto alla bella trans e in un attimo ci ritroviamo dietro un muretto con lei inginocchiata ai piedi e il mio cazzone svettante dentro le sue labbra rosso fuoco. Non le importa che lo abbia trovato sporco perché se lo ficca in bocca fin che può. D’altronde, pure il suo culo non deve essere pulito ma impastato di sperma, saliva e lubrificante perché non credo che abbia avuto il tempo di pulirsi dopo quel cliente. Vedo le persone passare davanti a noi e probabilmente anche loro ci vedono anche se quello che viene notato maggiormente sono io perché della trans non se ne vede traccia dalla loro prospettiva. Le sue labbra rosse, umettate di saliva, lasciano una scia scarlatta sul mio cazzo. La cosa mi fa un po’ senso. Sembra come se io stia scopando qualcuno vergine. Cerco di non pensarci, di concentrarmi sulle sue tette rifatte che ha tirato fuori dal vestito abbassandoselo fino all’ombelico. Mi piego leggermente verso di lei toccandogliene una alla volta e la trans, con la mano libera che non usa per guidare il pompino, cerca di strizzarsele come meglio può. Sono veramente stanco e vorrei venire ma so già che ho sborrato due volte questa sera e quindi mi e’ praticamente impossibile farlo velocemente. Le afferro la faccia scopandole furiosamente il cavo orale. In questo modo cerco di caricare i miei coglioni di quel poco liquido seminale che ancora riescono a produrre. Nel farlo, il mio cazzo scivola dalla sua bocca colpendole il viso e macchiandole il naso di saliva e rossetto. Finalmente, eiaculo di nuovo. Non molto ma quel poco che basta per raggiungere il rilassamento che ci pervade dopo l’emissione spermatica.
“Scusa, ho sborrato due volte stasera”, dico alla trans per farle capire il perché del mio poco seme ma lei gradisce ugualmente il suo sapore sputandosi sulle tette per poi strofinarle tra di loro, coprirsele e andarsene
Credevo di doverla pagare ma in realtà non e’ stato così. Non so perchè. Da egocentrico quale sono, penso che non abbia riscosso il pagamento perché vedendomi così bello voleva solamente avere il mio cazzo in almeno uno dei suoi buchi per il solo piacere di togliersi questo sfizio. Spero soltanto di averle lasciato un buon ricordo di me nonostante la pessima sborrata. Ma sfido chiunque a farsi semplicemente tre seghe e sborrare con la stessa intensità della prima. Ritorno a casa che e’ ormai notte fonda. Lo zio non si preoccupa neanche più di farmi la ramanzina. Non sono un adolescente, posso benissimo pensare a me stesso. Vorrei farmi una doccia per togliermi di dosso le essenze di Ricardo e Alonso e le tracce di rossetto dal cazzo ma sono troppo stanco. Rinvio il detergere del mio corpo al mattino dopo e me ne vado in camera. Passando davanti a quella degli zii, avverto i classici mugolii da scopata. Ho già rivisto il pene di Mariano in questo mese trascorso qui ma non ho ancora avuto il piacere di vederlo all’opera fottendosi qualcuno. Pensando che prima o poi tocchi a me fare gli stessi mugolii della zia, mi avvicino alla porta e spio. Li vedo nel letto, lei sdraiata a pancia in su e lui sopra di lei. Zio Mariano ha le gambe posizionate tipo rana e da dove sono io posso vedergli solo le palle. Due grossi maroni che sbattono contro la vagina di Cecilia, fabbricata in una sala operatoria.
“Ah, sim, que lindo, continua, ainda mais forte!” (Ah, si, che bello, continua, ancora, più forte!), fa Cecilia al suo stallone
“Sei solamente una puttana, una lurida puttana”, replica lo zio nella sua lingua natale, la più bella da usare per etichettare con vari nomignoli, i propri schiavetti sessuali
Lo zio continua senza sosta a scoparsi la moglie. Poi la fa sollevare, la abbraccia baciandola e la catapulta sempre a pancia in su ma questa volta dalla parte bassa del letto. In questa posizione, Mariano potrebbe vedermi mentre li sto spiando ed ho il cazzo in mano, duro per la quarta volta in una serata. Si sdraia sulla zia e lo vedo muoversi. Cecilia non emette i mugolii di prima quindi penso che le stia solamente strofinando il cazzo sopra il vagina. Lo zio le ciuccia le tette siliconate come fa un bambino con quelle della madre e poi le morde leggermente i capezzoli per ricominciare a scoparla. Lo fa poggiando le mani sul materasso distendendo i muscoli dei suoi bicipiti tatuati che vengono accarezzati dalla zia mostrandomi le unghie delle dita tinte di un acceso blu cobalto. E’ chiaro che sono tornati da poco, perché lei non ha avuto neanche il tempo di struccarsi. Lui e’ la solita furia. Spingendo incessantemente, sposta il corpo di Cecilia oltre la soglia del letto e la sua testa inizia a penzolare leggermente. Per evitare di farle male, gliela regge con una mano e adesso quei bicipiti che prima si distendevo esibendomi tutto il fascio muscolare, si contraggono. Se fossi alla mia prima sega, a quest’ora sarei già venuto. Tutto quello che sto vedendo mi avrebbe costretto ad eiaculare contro la porta ma invece non ci riesco. La posizione assunta per spiarli mi procura un leggero dolore alle ginocchia e, complice la stanchezza dell’ora ormai tarda, decido di rinunciare a vedere la fine di quel film porno girato nella stanza accanto e me ne vado a dormire. Ho ancora voglia di avere in mano la mia banana che viene accarezzata delicatamente e ad occhi chiusi. Decido di girarmi a pancia in giù sul letto e di sfregarmi contro le lenzuola come facevo da bambino prima ancora di scoprire i piaceri del sesso. Penso allo zio, a quanto sia bello farmi scopare nuovamente da lui, alle sue braccia che mi stringono forti e al suo cazzo che, anche se non visto, faceva dentro e fuori dalla vagina della zia. La vagina della zia. Chissà com’e’ stare al suo interno. Chissà se ha la stessa capienza delle altre vagine, quelle vere, delle quali ho constatato già il volume. Con questo pensiero, proseguo a sfregare il mio pene sulle lenzuola di seta e una macchia di presperma che mi bagna la cappella mi fa notare che al momento e’ solo questo quello che può uscire dal mio povero strumento. Nella mia immaginazione, ho scopato Cecilia come lei vorrebbe fare nella realtà. Io mi sono sempre rifiutato, ora avrò il coraggio di oppormi di nuovo?
FINE CAPITOLO 7
TO BE CONTINUED
Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica
QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA VITA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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